La Puglia e la Calabria sono due regioni votate alla coltivazione della vite sin dai tempi antichi ancor prima del VIII secolo a.C. ancor prima della dominazione greca, alcuni vitigni considerati autoctoni sono state introdotti dai coloni greci.
Il clima Mediterraneo con estati secche e inverni miti ha certamente favorito la diffusione della coltivazione di vite nelle due regioni. In Puglia la vite viene coltivata col metodo dell’alberello e a spalliera.
In Calabria da diversi anni come in altre regioni Italiane votate alla coltivazione della vite, come Toscana ed Emilia Romagna, si preferisce la coltivazione col Cordone speronato .
Vitigni e vini Autoctoni della Puglia
La superficie complessiva per la coltivazione della vite equivale è di ben 110 mila ettari, per la maggior parte in pianura e collina. Nella provincia di Foggia è molto diffuso il vitigno autoctono del primitivo Nero di Troia, vino molto corposo, con gradazione da 12,5° i produttori lo ritenevano di una gradazione troppo elevata. E invece c’è stato chi ne ha fatto un must nei menu dei ristoranti più rinomati di tutto il territorio nazionale.
Molto coltivato nella provincia di Barletta, Andria e Trani è il vitigno Estrosa, diffuso un po’ in tutta la zona collinare delle Murge da cui si ottiene un ottimo rosato ha un colore cerasuolo ma dai riflessi rosati. Il moscato bianco di Trani è molto rinomato,il vino D.O.C. più nobile e antico di Puglia già commercializzato dall’anno 1000 dai veneziani.
Nel provincia di Taranto abbiamo il primitivo di Manduria vino corposo e molto deciso ideali per le carni e per chi ama i sapori forti che questo territorio calcareo sa donare.
Nel Salento abbiamo il famoso Negroamaro, dalla forte personalità, impenetrabile, dai sentori ideale da gustare con carni e pesce, perché i suoi sapori vengono diffusi al palato con i giusti abbinamenti quali.