Come diventare enologo: studi e sbocchi professionali

come diventare enologo

Oggi, con questo articolo vogliamo spiegare come diventare enologo e quali sono gli sbocchi professionali che questa professione può portare.

Il vino è una delle grandi eccellenze del Made in Italy e viene esportato in tutto il mondo. Chi ha la passione per questa bevanda e vuole intraprendere la professione di enologo, potrà entrare in un ambito in forte ascesa. Lavorare in questo settore significa essere coinvolti nell’intero processo, dalla raccolta dell’uva fino all’imbottigliamento.

I compiti di un enologo

Questa figura si occupa di scienza della vinificazione, ossia l’enologia, che analizza tutte le fasi di trasformazione dal frutto al prodotto finale. Il primo passo è ovviamente la vendemmia, ossia la raccolta dell’uva, e in seguito si arriva al mosto. Prodotto che deve fermentare con il lievito per poi permettere al fruttosio di diventare alcool. Un processo che va seguito fase dopo fase e con estrema attenzione da parte del professionista del vino. Servono precisione, cura dei processi di produzione e soprattutto rispetto delle norme igieniche previste dalla legge.

come diventare enologo: il corso di studi e l’esperienza

L’iter da seguire per diventare enologo non è complesso, perché esiste un percorso definito per abbracciare questa professione e raggiungere anche livelli alti. Dopo il diploma di scuola superiore ci si può iscrivere a un corso universitario in Enologia e Viticoltura, della facoltà di Agraria. Dopo il triennio è possibile proseguire con una laurea specialistica, come quella in Enologia, Viticoltura e Mercati vitivinicoli. In alternativa il futuro enologo può propendere invece per dei corsi di aggiornamento erogati da aziende di settore. Anche se in realtà l’aggiornamento costante è la prerogativa di un qualunque professionista che si rispetti, enologo compreso. Tra lo studio accademico e i vari corsi si apprendono tutti i fondamenti tecnici e scientifici alla base di una carriera futura in questo settore.

Naturalmente poi la gran parte della formazione di un enologo è dettata dalla sperimentazione pratica sul campo. Ben vengano le esperienze in piccole aziende per accumulare gli anni di gavetta che servono per costruire una base solida. Anche il curriculum degli studi non va assolutamente trascurato: ad esempio un master rende più interessante un profilo professionale.

Gli sbocchi lavorativi e i guadagni

Per quanto riguarda invece gli sbocchi occupazionali, un enologo che lavora in una grande azienda si occupa solo di alcune fasi della produzione. Può dedicarsi alle analisi di laboratorio, al controllo della qualità o all’imbottigliamento. Invece in un’azienda di dimensioni ridotte, quasi certamente si dedicherà alle varie fasi, dalla raccolta delle uve all’imbottigliamento.

Tra i compiti di un enologo c’è quello di definire i criteri di produzione e suggerire i prodotti da acquistare. Inoltre segue la fase di fermentazione, con le sue trasformazioni chimiche e biologiche. Deve anche controllare il funzionamento delle macchine e la loro relativa manutenzione. Mansioni che per essere svolte al meglio, necessitano di una preparazione profonda e del rispetto delle norme europee in materia di igiene.

Gli sbocchi occupazionali per un enologo sono sia come dipendente che come libero professionista, con una prospettiva di guadagno interessante. Si parte dai 1.100-1.400 euro di un dipendente aziendale che guadagna uno stipendio base. Si arriva anche a 2.400 euro per una figura d’esperienza. Ma si toccano anche i 4.000 mensili euro per profili di maggiore responsabilità.