La Coltivazione della vite

Viticoltura
Coltivazione della vite

Cenni storici sulla coltivazione della vite in Italia

Si pensa che la prima coltivazione della vite sia attribuibile all’India, trovando poi grande diffusione in tutta la regione asiatica.

Esistono diverse leggende riguardanti il primo utilizzo di sistemi di allevamento della vite finalizzato alla produzione di vino. Tra questa ve n’è una che attribuisce ad Adamo la conoscenza di questa pianta, in cui l’albero proibito sarebbe in realtà una vite.

Secondo altri racconti sarebbe stato Noè ad inventare il vino ripristinando le attività agricole, e quindi anche di coltivazione della vite, a seguito del diluvio universale. Tuttavia la leggenda che probabilmente meglio ha resistito all’andare del tempo è stata quella di Bacco, dio del vino, il quale avrebbe iniziato le pratiche enologiche diventandone il simbolo nel corso dei secoli.

In Italia la prima produzione di vino sembra essersi realizzata in Sicilia intorno al 2000 a.C., affermandosi successivamente presso i Sabini e gli Etruschi con questi ultimi che, dominando dalla pianura Padana alla Campania, diffusero la coltivazione della vite in quasi tutto il centro-nord. Inizialmente per i romani la coltivazione della vite non era una pratica essenziale, infatti, l’incremento dei sistemi di allevamento della vite avvenne successivamente alla conquista della Grecia (146 a.C) dove la coltivazione della vite era diffusa un po’ ovunque e considerata assai importante.

Il modello greco venne quindi ripreso dai romani, non fece eccezione la coltivazione della vite che vide una significativa espansione al punto che nel 90 a.C. si registrò una grande sovrapproduzione di uva, tale che l’allora imperatore Domiziano proibì l’impianto di nuovi vigneti, facendo estirpare allo stesso tempo circa la metà di quelli già esistenti in tutto l’impero.

Un progressivo abbandono della coltivazione della vite si registro nel II sec. a causa delle invasioni barbariche e della generale crisi agricola, la situazione vide una sostanziosa ripresa nel Medioevo dove la coltivazione della vite in Italia riprese vigore, soprattutto in riferimento ai monasteri ed ai banchetti che erano soliti all’interno dei castelli.

Il definitivo rilancio della coltivazione della vite si ebbe durante il Rinascimento; ad oggi non vi è regione Italia dove la coltura della vite  non è praticata, con il risultato di offrire un ampia varietà di vini che hanno fatto si che il settore enologico del nostro Paese si affermasse come tra i più apprezzati in tutto il mondo.

Sistemi di allevamento della vite

Esistono delle condizioni ideali affinché si possa realizzare la coltivazione della vite da vino, queste dipendono essenzialmente dalla posizione geografica e climatica.

Le condizioni per la coltivazione della vite si riproducono perfettamente in gran parte dei Paesi del Mediterraneo, ed in alcune aree della California, del Cile, dell’Argentina, del Sud Africa, dell’Australia e del mar Nero.

A queste aree appartiene anche il nostro Paese, infatti in Italia si verificano tutte le condizioni generali che ci rendono fautori di una produzione sana di uva da tavola, dove per sana si intende l’assoluta non necessità di intervenire chimicamente per ottenere del buon vino.

Tuttavia, dato il grande utilizzo dei terreni più adatti, nel corso del tempo si è ricorsi all’allargamento verso terreni e zone non propriamente adatte alla coltivazione della vite da vino, per esposizione e posizione del terreno stesso.

Questo ha contribuito in maniera sostanziosa all’immissione nel mercato di diversi litri di vino made in Italy non assolutamente di qualità e pertanto molto al di sotto degli standard del nostro Paese.

Alla luce di queste ultime considerazioni, si consiglia a chi intente intraprendere la produzione di vino o ampliare la stessa, di verificare la provenienza dell’uva che si acquista, accertandosi che la stessa provenga da zone dalla nota vocazione viticola dove la coltivazione della vite risulta rilevante non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo.

Su questo aspetto ci viene in aiuto lo Stato con la legge delle e DOC, realizzata appositamente per garantire la zona di provenienza ed il corretto utilizzo del vigneto. Nella coltivazione della vite in Italia Sono inoltre previsti dei limiti per evitare che il produttore scelga la strada della quantità piuttosto che quella della qualità.

Come nasce la viticoltura moderna?

La viticoltura moderna nasce verso la fine dello scorso secolo a causa di alcuni parassiti provenienti dal nord America a causa dell’aumento del volume di scambi tra il vecchio e il nuovo continente. Questo parassita mise gravemente in pericolo la viticoltura europea tanto da rischiare di farla scomparire. Ancora oggi, due tipi di questo parassita (l’oidio e la peronospora) mettono a dura prova l’agricoltura biologica che li combatte chimicamente soprattutto ricorrendo all’uso di zolfo e rame.

Di particolare interesse è il caso della Fillossera (Philloxera vastatrix). Si tratta di un piccolo insetto della famiglia degli afidi che mise a dura prova la viticoltura europea. Questo venne combattuto in modo a dir poco efficace e brillante grazie alla biologia. Infatti, si constatò che tale insetto non gradiva particolarmente le foglie della vite europea, ed era inerme di fronte alle difese delle radici della vite americana.

Si pensò pertanto di innestare la varietà europea con quella americana in modo tale da ottenere foglie non gradite alla Fillossera e radici inattaccabili grazie al più spesso strato di sughero che rendeva inefficaci le punture dell’insetto. Nascono così gli ibridi dove sulle radici americane vengono innestate le viti italiane produttrici di uva di qualità superiore, e quindi la viticoltura moderna!

Coltivazione della vite
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