Quante volte ti sei chiesto se bere birra fa male? scopriamolo in questo articolo!
Caratteristiche della birra
La birra è una bevanda realizzata partendo da mosto di malto (frumento oppure orzo) fermentato con ceppi di lieviti ed aromatizzato con luppolo.
Utilizzata fin dall’antichità, quando i processi di fermentazione erano spontanei ed incontrollati, la birra attualmente viene preparata anche con differenti miscele di cereali, di amidi e zuccheri.
La sua composizione comprende:
- acqua per 85%;
- alcool da 3% a 9%;
- estratto secco da 3% a 8%;
Quest’ultimo è formato da zuccheri, tannini, sostanze azotate, destrine, vitamine B ed acidi di luppolo e malto.
Il potere energetico della birra (tra 30 e 60 kcal su 100 millilitri) dipende dalla concomitante presenza di alcool, di sostanze proteiche e di destrine.
Quali sono le proprietà benefiche della birra
Contenendo vitamine del gruppo B, proteine formate da aminoacidi essenziali ed elevate percentuali di potassio, questa bevanda si mostra particolarmente benefica per l’apparato cardiovascolare poiché la vitamina B6 (piridossina) e l’acido folico sono in grado di neutralizzare l’azione dell’omocisteina, una sostanza dannosa per il cuore.
L’elevata percentuale di acqua in cui è sciolta una modesta quantità di potassio contribuisce all’attività diuretica della bevanda che, favorendo l’eliminazione di liquidi attraverso la minzione, tende a mantenere i valori di pressione arteriosa entro limiti fisiologici.
Anche il fatto che il potassio sia presente in assenza di sodio è un fattore estremamente favorevole per l’organismo.
Nel bilancio globale è comunque necessario considerare che l’alcool etilico si comporta da fattore ipertensivo e quindi può non essere indicata per chi soffra di tale disturbo.
La birra amara, per la sua composizione chimica, favorisce i processi digestivi e pertanto ne viene consigliato l’impiego a chi soffre di dispepsia.
Quali sono le proprietà negative della birra
Tutte le caratteristiche negative della birra sono legate al suo abuso in quanto, trattandosi di una bevanda alcolica, può interferire con numerosi processi metabolici.
Una delle principali conseguenze della sua elevata assunzione è la compromissione dell’assorbimento intestinale di alcune vitamine del gruppo B, come la tiamina (B1), la riboflavina (B2) la niacina (PP) e l’acido folico.
In particolare, la minore assimilazione di vitamina B1 inibisce lo smaltimento dell’alcool a livello epatico, contribuendo a mantenere elevato il tasso alcolico nel sangue.
Spesso i lieviti contenuti nella birra possono irritare la mucosa intestinale provocando l’insorgenza di diarrea con l’eliminazione di sali minerali.
La sua azione diuretica può causare disidratazione, soprattutto negli sportivi che, in seguito ad intensa attività fisica, tendono a potenziare la sudorazione; pertanto ne viene sconsigliata l’assunzione in caso di prestazioni agonistiche.
La sua composizione nutrizionale comprendente maltodestrine ed alcool favorisce l’accumulo di adipociti, le cellule responsabili della formazione dei pannicoli adiposi, depositi di grasso localizzati in varie parti del corpo.
Tali componenti incentivano anche la sintesi di insulina, un ormone coinvolto nel processo della sintesi proteica e di acidi grassi, provocando un evidente aumento ponderale.
Chi beve molta birra è caratterizzato dalla così detta “pancia alcolica” prodotta dall’accumulo di grasso a livello della fascia addominale, probabilmente collegata alla genesi del diabete di tipo II, oltre che di ipertrigliceridemia.
Una conseguenza molto comune derivante dall’eccessivo consumo di birra è rappresentata dal fenomeno del “fegato grasso” (steatosi epatica) consistente in una modificazione anatomica e funzionale delle cellule di questo organo (epatociti) che, nel tempo, può evolvere in cirrosi epatica.
La birra è sconsigliata in caso di processi infiammatori a carico dell’apparato digerente, come gastrite, ulcera gastrica o duodenale, poiché aggrava il decorso di tali patologie.
Durante la gravidanza il suo impiego è sconsigliatissimo, soprattutto durante il periodo dell’allattamento in quanto non ha conferme scientifiche la convinzione che la birra aumenti la produzione di latte materno.
Per il suo elevato contenuto di maltodestrine che funzionano da substrato per la crescita dei batteri, la birra può contribuire all’insorgenza di disturbi della bocca, come gengiviti, glossiti ed altro.
In conclusione, la birra è quindi una bevanda che, se consumata moderatamente, in ragione di due massimo tre porzioni al giorno, può avere effetti vantaggiosi sull’organismo, mentre se abusata (come del resto tutti gli alcolici) può provocare conseguenze molto negative.